Le Rosine NEWS
Sabato 28 settembre – Giardino
Ore 8.30 – 9.30
Le ferite che portiamo.
Una meditazione guidata con Paolo Scquizzato, sacerdote e scrittore campane tibetane e flauti armonici Simone Campa Quello della meditazione è il luogo preposto alla piena verità di sé. Ci si siede con tutto ciò che siamo, con le ferite, le zone d’ombra, l’imperfezione. È il momento in cui accogliamo tutto questo, lo abbracciamo e ne prendiamo consapevolezza: coscienti di chi siamo, al di là delle strategie per nascondere a noi e agli altri la nostra incompiutezza. E solo se saremo disposti a rivelare le ferite che portiamo, potremo davvero incontrare gli altri ed essere da loro incontrati. Sono le ferite il nostro nome più vero.
Si raccomandano tappetino e coperta. Ingresso € 8
Sabato 28 settembre – Sala Palco
Ore 16
Quelli che corrono, quelli che cadono
con Riccardo Staglianò, giornalista e Niccolò Zancan, giornalista modera Eva Giovannini, giornalista In un tempo in cui conta soltanto chi vince, e la vittoria consiste nell’arricchimento e nella notorietà, sono tanti quelli che perdono, risucchiati negli ingranaggi di una macchina sociale che spinge ai margini chi fa più fatica e colpevolizza chi resta indietro: gli sconfitti, i diseredati, gli impoveriti per i quali non esistono prospettive, aspirazioni o bellezza. E mentre i ricchi guadagnano sempre di più, l’Italia raggiunge nuovi record di povertà, unico Paese europeo in cui negli ultimi trent’anni i salari sono diminuiti.
Fino a quando tutto questo ci sembrerà normale?
Ingresso € 5
Sabato 28 settembre – Sala Palco
Ore 18,30
Preghiera. Bucare il cielo per raddrizzare la terra?
con Cristina Arcidiacono, pastora battista e Franco La Cecla, antropologo modera Maria Chiara Giorda, storica delle religioni L’essere umano prega. A ogni latitudine e in ogni tempo, pregare è azione concreta, anelito comune, fenomeno in cui la nostra finitezza invoca una infinitezza più o meno distante affinché ci venga incontro e migliori le nostre vite. Ma quale efficacia ha la preghiera? Davvero può agire sulla catena delle cause e degli effetti mutando il reale e raddrizzandone le storture? Può, come un pungolo, bucare il cielo, far cambiare idea a Dio? E se l’orazione non ottiene risposta, è perché non siamo stati abbastanza convincenti? È perché, imperfetti come siamo, abbiamo sbagliato parole, tono o intensità? Tra antropologia e teologia, una riflessione sull’umana facoltà di sporgersi oltre la propria finitudine.
Ingresso € 5
Domenica 29 settembre
Ore 14,00 – 15,30
FINESTRA DI PROVE DEI TRE MUSICISTI BAKLAVA KLEZMER SOUL
Domenica 29 settembre
Ore 16,30 – Sala Palco
«Una specie di apprendistato». Elogio dell’imprevisto
con Paolo Alliata, sacerdote e saggista e Mariolina Ceriotti Migliarese, medico e psicoterapeuta modera Alessandro Zaccuri, giornalista e scrittore letture Alessandro Castellucci. La coppia è il luogo del legame, della fiducia reciproca e dell’intimità, ma è anche il luogo del limite, dove le imperfezioni si rivelano, le incomprensioni non mancano e stanchezza e noia sono pericoli in agguato. Lo illustra in modo folgorante Nudi e crudi, breve romanzo in cui lo scrittore inglese Alan Bennett narra con umorismo le vicende dei Ransome che, in seguito a un clamoroso imprevisto, si accorgono del vuoto di vita in cui è sprofondato il loro matrimonio. Muovendo da queste pagine, Mariolina Ceriotti Migliarese e don Paolo Alliata riflettono sugli inciampi che ogni relazione incontra lungo il cammino, ma anche su ciò che ostacoli e contrattempi possono insegnare.
Ingresso € 5
Domenica 29 settembre
Ore 18,00 – Sala Palco
Riparare il mondo
con Elena Loewenthal, direttore Fondazione Circolo dei lettori
musica Baklava Klezmer Soul
Dio crea il mondo ritirandosi: lasciando uno spazio dove lui non c’è più, cede il passo al creato – e al male. Il mondo nasce per una crepa nella luce divina. Nessuno è perfetto, neanche il creato. Anzi. La tradizione ebraica segna passo a passo, nella vita, la natura fallibile di noi e del mondo: dalla circoncisione come “rimedio” a un lembo di pelle di troppo, allo strappo dell’abito quale segno di lutto, al bicchiere spezzato durante il rito nuziale, per ricordarci che tutto è da rimediare. E che la nostra umana vocazione è quella di rimboccarci le maniche e aggiustare qualcosa prima di andarcene. Non spetta a te terminare l’opera, dice il Talmud, ma non puoi esimerti dal provarci.
Ingresso € 5